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Gen 12 2018

Nuove tecnologie e persone: il ruolo di una cultura di Coaching

Una cultura di Coaching in azienda conduce all’espressione delle potenzialità professionali, della creatività, delle risorse di manager e collaboratori. È una cultura ormai essenziale di fronte alle crescente diffusione delle tecnologie digitali sui luoghi di lavoro. Una cultura di coaching diventa così un terreno fondamentale sul quale le aziende possono basare l’introduzione di tecnologie e generare innovazione: in questo modo la soddisfazione dei singoli manager e collaboratori può andare di pari passo con risultati e marginalità aziendali positive.

Una cultura di Coaching non nasce da sola, ma si basa su alcune caratteristiche ed è ispirata ad un certo approccio strategico all’introduzione delle tecnologie.

Le nuove tecnologie sul luogo di lavoro

Le nuove tecnologie sono sempre più diffuse: Big Data, sistemi di supporto alle decisioni potenziati dall’Intelligenza Artificiale, nuove modalità di lavoro a distanza e così via. Queste tecnologie promettono di facilitare, automatizzare e accelerare numerosi compiti e attività. In questo modo può aumentare la capacità delle aziende di rispondere ai cambiamenti di mercato e introdurre innovazioni di valore.

Cultura di Coaching e nuove tecnologie: dall’esecuzione di compiti ad un’esperienza professionale

Un aspetto interessante di queste nuove tecnologie è il fatto che possono consentire di modificare e trasformare la semplice esecuzione di compiti, spesso ripetitivi, da parte di un collaboratore in una vera e propria “esperienza” professionale. Esperienza caratterizzata dal fatto che il potenziale individuale può prosperare in essa e attraverso di essa. Perché ciò avvenga è tuttavia importante un’evoluzione nel modo in cui manager e collaboratori si approcciano al lavoro e affrontano compiti e responsabilità.

Le tecnologie offrono nuove opzioni, aumentano dati a disposizione, generano nuovi modi per raggiungere gli obiettivi aziendali. È necessario creare una cultura aziendale adatta, integrata con le tecnologie, in grado di ispirare i collaboratori a modificare o ripensare attivamente il modo in cui contribuiscono e ad attingere appieno alle proprie risorse creative.

Una cultura intangibile ma percepibile, che renda più semplice la possibilità per le persone di entrare in contatto e far leva sulle proprie risorse distintive, in modo che il proprio potenziale possa esprimersi. Una cultura di coaching che facilità la crescita della consapevolezza delle proprie abilità e potenzialità, allo stesso passo di quello delle nuove tecnologie.

Si tratta di una cultura che presenta alcune caratteristiche, quali la fiducia diffusa, espressa tangibilmente dai comportamenti dei leader aziendali, l’orientamento alla sperimentazione e all’apprendimento.

cultura di coaching

Un approccio strategico all’adozione delle tecnologie

Creare sinergie tra le nuove tecnologie e una cultura di coaching aziendale richiede un approccio strategico all’adozione delle nuove tecnologie. Richiede una strategia che metta al centro le persone, basata sulla fiducia nelle loro potenzialità, nella loro capacità di affrontare la crescente incertezza dei mercati. Capacità che conducono ad un appropriato empowerment, orientamento al rischio e generazione di innovazione.

In questo modo, le aziende possono divenire un terreno fertile per l’espressione delle potenzialità professionali, in modo da portare a performance e risultati oltre le aspettative.

Questo articolo è una sintesi dell’articolo pubblicato integralmente in lingua inglese su Coaching World da parte di International Coach Federation nel Gennaio 2018.

Immagine: Rawpixel.com/bigstock

Written by Danilo · Categorized: Business Coaching · Tagged: Big Data, Decision Making, Leadership, Nuove Tecnologie

Ott 30 2017

Innovazione, dati e migliore qualità decisionale

Maggiori investimenti in nuove tecnologie per avere più dati, generare innovazione, aumentare i risultati di business.

È una sequenza che si ritrova (o almeno si tenta di costruire) sempre più spesso nelle aziende, alimentata dalla facilità di accedere a nuovi dati, in misura esponenziale rispetto al recente passato.

La sequenza descritta non è tuttavia automatica. In altre parole, non è detto che più dati aumentino efficacia e valore delle decisioni strategiche. Non è detto che portino a innovazione o strategie di marketing efficaci.

I dati non sono risposte: rappresentano una chiave per generare domande verso scoperte inattese. Sono una specie di bussola per far emergere il potenziale manageriale e creare il futuro.

Sono una base per costruire territori, opzioni di posizionamento strategico, azioni di sviluppo e innovazione.

Per utilizzare al meglio dati e tecnologie oggi disponibili è importante migliorare la qualità di lettura dei dati, di costruire decisioni strategiche, di sperimentare, apprendere.

Innovazione

Investimenti in tecnologie? O investimenti in qualità decisionale (dunque nei manager)? O entrambi?

Non sempre i dati disponibili vengono utilizzati e non sempre producono un effettivo miglioramento della qualità decisionale.

A volte si cercano nuovi dati freneticamente: sembra che i dati siano in grado, autonomamente, di risolvere problemi o situazioni competitive altalenanti, sostituendo il manager che alla fine dovrà prendere una decisione.

Innovazione e dati: un input per creare il futuro

I dati e i nuovi algoritmi rappresentano un enorme passo in avanti per migliorare le decisioni: chiarezza, tempestività, segmentazioni, conoscenza senza precedenti sembrano benefici a portata di clic. Più dati non significa tuttavia automaticamente maggiore qualità decisionale. Quest’ultima dipende principalmente dall’uso che il manager fa dei dati. Essi rappresentano un punto di partenza, una materia grezza da cui le persone possono iniziare per costruire possibilità, decisioni più innovative.

I dati possono essere considerati come un input per le persone che si interfacciano ad essi; un input che sollecita domande e prospettive diverse. I dati hanno un valore potenziale, che deve trovare corrispondenza nel potenziale del manager che li utilizza. In questo modo possono diventare un’occasione per accedere a livelli nuovi ed inesplorati di creatività.

Può essere utile partire da “ciò che non torna”

Per un uso più efficace dei dati è utile includere quanto sembra contraddittorio o inutile: “che cosa può significare?”. Si potranno navigare nuove possibilità, a partire da un dato che in origine appariva superfluo. È importante allenarsi ad avere un approccio esplorativo, ad esempio attraverso un coaching professionale oppure gruppi aziendali di innovazione progettati e gestiti in modo idoneo per costruire opzioni, valorizzando asset, capacità aziendali e opportunità di mercato.

Questo articolo è un estratto dell’articolo completo pubblicato da Copernico Magazine. Leggilo subito!

Immagine: Rawpixel.com/bigstock

Written by Danilo · Categorized: Business Coaching, Business Innovation · Tagged: Big Data, Management Development, Marketing strategy

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