Quando è importante anche il modo in cui si affrontano i cambiamenti
Il reskilling delle competenze è un tema molto attuale, la cui importanza è aumentata nei difficili mercati di oggi. Acquisire nuove competenze aiuta ad andare meglio incontro ai cambiamenti irreversibili in atto. Ma non basta apprendere nuove competenze. È necessario anche dotarsi di un mindset, di una mentalità sempre più agile, dinamica. Un mindset che aiuti a utilizzare pienamente le nuove competenze in contesti mutevoli. Una mentalità in grado di favorire un apprendimento continuo. Una mentalità che aiuti a muoversi costruttivamente nelle situazioni nuove che si incontrano e che richiedono risposte sempre nuove. Questa mentalità è particolarmente importante poiché oggi anche le competenze nuove diventano facilmente obsolete.
Chi non ha sentito parlare di reskilling delle competenze?
Reskilling è normalmente inteso come “insegnare a una persona nuove competenze in modo che possa fare un nuovo lavoro” o ricoprire altre posizioni all’interno di una organizzazione.
È una delle mode del momento. E non è un caso. Molti parlano di “reskilling”, “upskilling” (focalizzato sull’aiutare le persone ad acquisire competenze più rilevanti nella loro attuale posizione) “retraining” e chi più ne ha più ne metta. A volte sembra che il reskilling salverà le aziende e i professionisti dalle difficoltà dei mercati e dall’incertezza attuale.
Importanza del reskilling delle competenze: una ricerca interessante
In una ricerca di McKinsey appena pubblicata, molti leader affermano che la situazione pandemica li ha spinti a rivedere con urgenza i loro programmi di formazione. E tuttavia questi ultimi non sono (ancora) all’altezza delle promesse e delle aspettative: molto si può fare per migliorarli.
L’articolo evidenzia che, durante il periodo pandemico, la percentuale degli intervistati che ritiene fondamentale rafforzare le competenze disponibili in azienda è passata dal 59% al 78%. Inoltre, i rispondenti ritengono che l’approccio ottimale per coprire i gap di competenze esistenti sia proprio il “reskilling”, rispetto alla possibile alternativa di sostituire i dipendenti con persone nuove, che già hanno le competenze ricercate.
Dall’inizio della pandemia, il 41% dei rispondenti dichiara di dedicare più tempo all’apprendimento, mentre il 35% dei rispondenti ha evidenziato di aver aumentato gli investimenti con lo scopo di costruire nuove capacità.
Sembra che la situazione di mercato abbia spinto le persone ad essere più attente al proprio percorso professionale, alle competenze che può mettere in campo.

Le competenze sono importanti ma attenzione: quanto sono durevoli?
Ma quanto valore hanno poi queste competenze?
Se da un lato, infatti, competenze nuove o “rinfrescate” consentono di affrontare meglio alcuni compiti, attività o ruoli, dall’altro si pone il tema di quanto durano davvero quelle competenze.
In altre parole, non è chiaro per quanto tempo quelle competenze saranno importanti.
Un contesto di mercato, variabile, altamente incerto rende incerta anche la durevolezza di queste competenze.
Siamo sicuri che fare “reskilling” sia il modo migliore per affrontare l’incertezza? Siamo certi che quanto si apprende oggi servirà anche in futuro?
La risposta a questa domande è anch’essa incerta ma non rende meno rilevante il reskilling.
Fattori che spingono al cambiamento di lavori e competenze
Se diamo uno sguardo al Jobs Report 2018 del World Economic Forum, notiamo che, nelle 20 maggiori economie mondiali, 75 milioni di lavori verranno eliminati dalle tecnologie emergenti. Questo non significa che le persone verranno espulse dal mercato del lavoro. Lo stesso report dice infatti che, sempre grazie alle tecnologie, verranno creati 133 milioni di nuovi ruoli.
La crescente automazione dei lavori e la diffusione dell’Intelligenza Artificiale sono temi che rendono sempre più importante il reskilling delle competenze e la nascita di nuove tipologie di lavori. Si tratta di lavori in parte complementari a quelli esistenti e in parte completamente nuovi.
Ma questo non è l’unico punto.
Bisogna considerare altri fattori all’origine di questo fabbisogno e che rendono il reskilling indispensabile nelle organizzazioni. Mi riferisco alla crescente concorrenza.
È necessario rendere sempre più chiara, distinta e rilevante la propria proposizione di valore, la propria offerta.
Mi riferisco anche alle frequenti crisi di mercato, accentuate dalla situazione pandemica, che richiamano l’importanza di pensare velocemente e agire ancora più velocemente.
Perché ciò sia possibile, è necessario realizzare formazione e training in maniera massiccia. Questo aiuterà le aziende a “brillare” sul mercato, grazie al fatto di riuscire a mantenere o costruire una proposizione di valore forte e coerente. E ciò può avvenire con una forza lavoro agile, creativa, adattabile, in grado di perfezionare continuamente le proprie competenze.
Il reskilling è un approccio continuativo e va incoraggiato
Un primo passo per andare verso un efficace reskilling è di identificare i gap tra ciò di cui l’azienda ha bisogno e le competenze effettivamente disponibili.
È necessario poi fornire ai dipendenti indicazioni chiare e personalizzate, nonché un piano concreto di azioni di supporto, per consentire loro di apprendere facilmente le competenze di cui hanno bisogno.
Tuttavia, un piano o un approccio di reskilling delle competenze va costruito in modo da divenire una pratica continuativa, proprio per le incertezze che dicevamo. E se le persone non vengono stimolate a sufficienza e incoraggiate a cercare opportunità per apprendere e crescere, neppure l’azienda sarà in grado di farlo.
L’importanza della giusta mentalità e dell’adattamento
Il reskilling normalmente non è un processo di breve durata e tuttavia è probabilmente indispensabile. Abbiamo anche visto che le competenze possono divenire facilmente obsolete.
Anche per questo motivo, è importante che a questo processo si affianchi un percorso più ampio di supporto all’adozione di una mentalità sempre più agile e in grado di affrontare con crescente efficacia le quotidiane sfide professionali. Che sono sempre nuove. E che richiedono risposte sempre nuove.
Senza la flessibilità e l’agilità, il rischio è che un percorso di reskilling rimanga confinato alla replica di un approccio che, seppur amplia le capacità del singolo, non esplora fino in fondo il contributo che questi è potenzialmente in grado di apportare alle situazioni professionali sempre più complesse.
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